Monserrato, Piano Urbanistico Comunale
Committente: Comune di Monserrato (Cagliari)
Oggetto dell’incarico: Redazione del Piano Urbanistico Comunale (PUC)
Data dell’incarico: 20.1.1998
Stato attuale della procedura urbanistica: Il Piano è stato adottato il 26.5.2004
Progettisti: Pier Luigi Cervellati, Giovanni Maffei Cardellini, Raffaele Mazzanti, Luciano Rossetti, Alessandro Soddu, Alberto Montemagni, Daniele Pecchioli; Luciano Corona, Ingegnere capo Ufficio tecnico comunale; Andrea Angioni, assessore all'urbanistica.
Antonio Vacca, sindaco
L'obiettivo perseguito dal nuovo piano urbanistico comunale è stato quello di ridefinire una centralità, in un disegno metropolitano, per un territorio diventato periferia nell’aggregato cagliaritano. La perdita di ruolo e di identità è una delle ragioni che hanno indotto, all'inizio degli anni ’90, Monserrato all’autonomia amministrativa. Questo è il primo piano elaborato direttamente dalla comunità locale e ha rappresentato anche un banco di prova per la formazione di un ceto dirigente capace di assumersi decisioni di governo rilevanti e complesse.
Con il piano si mette in atto la riqualificazione dell’esistente, partendo dal restauro e dal ripristino del centro storico dove si conserva e si riafferma l’identità della collettività monserratina. Inoltre si valorizzano le potenzialità territoriali in atto, pianificando uno sviluppo che, recuperando il rapporto fra tessuto edificato e il proprio ambiente di riferimento, crei i presupposti di un nuovo policentrismo funzionale e morfologico dell’area cagliaritana.
La Metamorfosi dei luoghi
La tavola IGM del 1885 (figura 1) sottolinea la peculiarità e le caratteristiche delle componenti ambientali e strutturali del territorio, intorno alle quali si organizzava la corona dei centri urbani, espressione del tradizionale sistema comunitativo. La dimensione e la posizione di Monserrato testimonia il proprio ruolo centrale nell’insieme insediativo e funzionale de||’intera area. Il confronto con la carta IGM del 1990 (figura 3) evidenzia la metamorfosi per cui le varie città che avevano un ruolo essenziale di organizzazione sociale e culturale si sono trasformate in un'unica periferia, subendo un rapido aumento di popolazione. La crescita a macchia d’olio e spesso con modelli insediativi estranei alle regole consolidate ha contribuito ad uniformare i vecchi centri, ora città che hanno assunto la funzione principale di filtro fra la campagna esterna e il capoluogo nel quale sono per lo più rimaste le funzioni principali e di servizio qualificato.
La formazione della conurbazione cagliaritana, basata su un’idea di città piuttosto generica, strutturata da una rete di viabilità racchiusa da un anello circolare, ha anche prodotto, nel caso di Monserrato, la frattura, creata dalla strada statale 554, con il proprio terreno agrario di riferimento. Questo ha contribuito alla perdita di identità e, con le trasformazioni socio-economiche, ha alimentato la tendenza all’abbandono delle aree agricole e all’occupazione del territorio aperto e rurale con insediamenti spontanei (Su Tremini). Nello stesso tempo ha offerto una grande opportunità alla comunità con la localizzazione in questo territorio del nuovo polo universitario e del policlinico. Ad oggi questi restano però isolati nella campagna, oltre la statale 554, come un corpo estraneo, paracadutato dall’esterno rispetto al contesto locale. Il superamento della barriera della 554 e la riappropriazione della campagna come luogo vitale e identitario, equivalente al centro storico come spazio fondativo della comunità, con l'integrazione del polo universitario e ospedaliero nella realtà sociale, economica e culturale monserratina, sono diventati temi decisivi nella elaborazione del piano.
Nella figura precedente si dà una sintesi schematica dell'assetto storico, dello stato attuale e degli obiettivi di progetto del sistema territoriale monserratino. A sinistra le relazioni nord-sud e città, territorio e ambiente di riferimento, con presenza di aree umide, secondo i caratteri storicamente determinati. Al centro l'assetto attuale con le continuità interrotte e l'occupazione dei suoli prodotta dall'avanzate dell'urbanizzato. A destra le ipotesi del piano con la riqualificazione degli spazi vuoti esistenti, in particolare le aree già umide dell'ex aeroporto, e la reintegrazione urbano-territoriale in senso nord-sud.
Il Progetto
Il piano propone una strategia per l’esistente, sia per il centro storico, per cui è stato elaborato uno specifico piano particolareggiato esecutivo, al quale si rimanda, che per il tessuto recente. Si fornisce una risposta alla domanda diffusa delle famiglie per la stanza in più e per risolvere, con risorse adeguate alle proprie capacità economiche, i problemi di giovani o anziani, dando la possibilità di ampliamenti e di valorizzare il proprio patrimonio abitativo. Oltre al tessuto più consolidato si affronta in modo sistematico il nodo degli ambiti di edilizia spontanea, inserendo infrastrutture e spazi pubblici con interventi di dettaglio che ricuciano queste parti incomplete, rendendole porzioni organiche di città. Il tentativo è quello di trasformare ritagli e aree abbandonate e sprecate in pezzi più qualificati. Lo strumento principale di questa progettazione è lo spazi pubblico che si trasforma da standard, cioè da un conteggio burocratico, in elemento essenziale della scena urbana. Piazze, aree e luoghi di aggregazione sociale, di svago e di riposo rappresentano l’essenza della città anche in senso civile. Il piano contiene un intervento di livello metropolitano per Io sviluppo qualificato, integrando le grandi strutture universitarie al contesto edificato, superando la divisione della 554 con una piazza attrezzata, a cavallo della statale eventualmente interrata. Si disegna quindi un nuovo quartiere, che si inserisce nelle linee strutturali del territorio, realizzando lungo il rio Mortu e il rio Saliu fasce di verde territoriale con la funzione di connettere le due parti, ora divise, del territorio. Offre una gamma di risposte alle diverse domande residenziali, da quelle più economiche a quelle unifamiliari o bifamiliari, a residenze studentesche o di tipo alberghiero. Dal punto di vista della dotazione di servizi oltre a soddisfare quelli primari potrà ospitare una gamma diversificata di attrezzature che sfrutti le potenzialità derivanti dalla presenza di una popolazione che avrà ragioni ed occasioni di confluire nella zona in quantità ben superiori a quella dei soli abitanti.
Per la parte meridionale de||’ex aeroporto si prevedono sistemazioni di tipo naturalistico, caratterizzate da interventi di ripristino ambientale e operazioni di riassetto idraulico che portino alla formazione di un’area umida attrezzata per attività di tempo libero e scientifico-didattiche (vedi tavola sotto), connessa con la limitrofa zona umida di Molentargius e con il parco lineare da realizzare lungo le sponde del Rio Saliu fra l'area universitario-ospedaliera e la nuova espansione oltre la S.S. 554. Completa il sistema delle aree verdi la porzione residua di territorio a nord dell’insediamento universitario-ospedaliero e della nuova espansione. Si tratta delle parti di territorio destinate all’esercizio di attività agricole, con funzioni anche di presidio del paesaggio agrario e del sistema idrogeologico.