Vecchiano, Piano strutturale
Committente: Comune di VECCHIANO
Oggetto dell’incarico: Redazione del Piano strutturale
Data dell’incarico: 4. 8. 2000
Stato attuale della procedura urbanistica: Il Piano strutturale è stato adottato il 21.12.2006 e approvato il 18.6.2007
Progettisti: Giovanni Maffei Cardellini, Alberto Montemagni, Daniele Pecchioli; Alessandra Buscemi, Roberto Balatri, geologi; Alessandra Scagnozzi, agronoma; Carmelo D’Antone, consulenza legale; Amerigo Simi, Gaia Pergola, Ufficio tecnico comunale
Rodolfo Pardini Sindaco
La costruzione del Piano strutturale è cominciata da quello che per noi è il principale strumento di documentazione del territorio: la cartografia storica, cabrei settecenteschi e poi il catasto ottocentesco. La cartografia storica (topografica e geometrica) è utilizzata non solo per conoscere, ma anche per progettare in modo più oggettivo e quindi scientifico. Gli oggetti delle carte (le case, i fiumi, gli alberi, le strade ...) sono perfettamente misurabili nella loro posizione e confrontabili nelle cartografie d’epoche successive su cui stendiamo i progetti. L’analisi è proseguita con il confronto con le carte più moderne fino a quelle digitalizzate. In pratica si è trattato di definire e visualizzare l'evoluzione della città e del territorio negli ultimi due secoli. Il confronto è stato indispensabile per stabilire in modo oggettivo ciò che è rimasto invariato e quello che è mutato.
La prima base del progetto sta dunque nella rielaborazione del catasto ottocentesco, ricostruito in scala 1/10.000. Su esso è stata svolta una lettura analitica, che ha evidenziato la struttura fondiaria, l’uso del suolo, gli edifici e i centri urbani, la viabilità principale e poderale, i canali principali e la rete secondaria, fondamentale per l’assetto idraulico della pianura. È così emersa con chiarezza la base territoriale di confronto, quasi un modello di territorio verso il quale tendere attraverso interventi, previsioni urbanistiche, azioni amministrative e programma di governo. Un modello nel senso che nel catasto ottocentesco vi è descritto un territorio in equilibrio nel rapporto tra uomo e natura e già vi sono codificate molte di quelle regole e vi sono rappresentati quegli elementi strutturali che hanno prodotto l’identità dei luoghi che il Piano strutturale pone come uno degli obiettivi dell’azione di pianificazione. Da questa base, sempre alla scala 1/10.000, abbiamo costruito l’Atlante delle permanenze (vedi tavole sotto) nella quale si confrontano lo stato attuale con lo storico e s’individuano i singoli elementi territoriali e le categorie di beni che rappresentano le principali invarianti.
Particolare dell'Atlante delle permanenze storico-ambientali, elementi cardine dell'identità dei luoghi, che costituiscono lo Statuto del territorio. Seguono le tavole che identificano le Invarianti strutturali. Infine una delle tavole analitiche del sistema insediativo.
Dalle tavole emerge allora chiara la strategia con la quale affrontare il progetto e il ricorso alla struttura storica diventa metodo e strumento per pianificare il futuro. Prima di tutto per definire i limiti urbani e distinguere la campagna dalla città. Operazione fatta quindi con largo anticipo rispetto alle prescrizioni della recente legge regione 65/2014. Mezzo non solo per ritrovare e mantenere l’identità culturale ma anche per costruire un modello di sviluppo diverso da quello più tipico della fase d’espansione industriale. Sono quindi la base dell’azione di governo per la manutenzione, il ripristino/restauro e la valorizzazione delle parti di pregio e per individuare le aree dove collocare nuovi interventi coerenti con gli obiettivi di sviluppo, tali da non produrre peggioramenti all’ambiente. La tavola di progetto del piano strutturale, derivata da quest’analisi e dagli obiettivi che sono emersi, non è caratterizzata da retini che in modo generico individuano ampie aree da urbanizzare. Puntando alla ricostruzione di un’identità storica come base per politiche urbane e territoriali prudenti ed efficaci, le indicazioni grafiche sono più aderenti alle caratteristiche e alla forma dei suoli, alla copertura vegetale, assomigliano a vedute aeree. Il disegno utilizzato quindi è il simbolo che questo non è un piano con indicazioni generiche, retini o zone anonime, buone per tutte le aree, ma un piano calibrato su specifiche compatibilità del territorio e dell'edificato.