San Giovanni Valdarno, Restauro delle Mura e Recupero Urbanistico
Committente: Comune di SAN GIOVANNI VALDARNO (Arezzo)
Oggetto dell’incarico: Restauro di un tratto di mura e recupero degli spazi aperti degli isolati 5a e 5b in centro storico, documentato in Recupero le MURA, Atlante della città, San Giovanni Valdarno 1999-2009, Firenze, Edifir, 2009
Progettisti: Pier Luigi Cervellati, Benedetto Di Cristina, Giovanni Maffei Cardellini, Alberto Montemagni, Daniele Pecchioli; Vito Di Sabato, responsabile del procedimento
Sotto il titolo di Piano particolareggiato per il recupero degli spazi aperti degli isolati 5A e 5B si nasconde in realtà l’ultimo progetto di interesse pubblico da realizzare in attuazione del piano per il centro storico di San Giovanni Valdarno, elaborato da Detti e Di Pietro, successivamente aggiornato da quest’ultimo. Un progetto che si sviluppa in un’area abbastanza limitata, ma che diventa di grande interesse proprio in quanto ultimo atto di un disegno generale di conservazione e di recupero della città storica. Inoltre perché si localizza in un luogo piuttosto delicato della città. Siamo infatti lungo uno dei pochi tratti di mura conservati e vicino al punto dove, per le inondazioni dell’Arno, si è rotto lo schema geometrico con il quale si è progettato e realizzato l’insediamento di San Giovanni e dove si perdono le leggi geometriche che improntano il processo di agglomerazione edilizia. Qui il tessuto storico entra direttamente in contatto con l’edilizia recente. Con il nuovo si tende a saturare gli spazi liberi secondo una maglia indifferenziata, orientata dall’Arno e dal taglio trasversale del canale lungo via Vittorio Veneto, che rappresenta un’importante struttura di riferimento urbano e paesaggistico. Con il progetto di recupero si definisce quindi lo spazio di cerniera fra la città storica e quella moderna.
La trascrizione dei catasti del 1821, del 1885 e il confronto con lo stato attuale, qui riprodotti in una serie di tavole sintetiche, ha reso leggibile in modo preciso questa evoluzione del quartiere, con la trasformazione da tessuto edilizio isolato nella campagna in area urbana, dove la città di antico regime si confronta con il tessuto moderno. I catasti registrano il progressivo intasamento degli spazi urbani e l’occupazione piuttosto disordinata degli spazi liberi esterni da parte dell’edilizia più recente, che non segue più un rigido ed ordinato schema insediativo e non usa più in modo sistematico la medesima tipologia edilizia. Le foto aeree degli anni ‘50 e ’70 mettono in evidenza come quest’area sia strettamente collegata anche agli spazi aperti rivolti verso l’Arno, che sono stati nel tempo trasformati in campi sportivi e in spazi di uso pubblico della curia. Con il progetto si è quindi cercato un collegamento funzionale anche con questa parte della città.
Il piano è un progetto di riqualificazione e di restauro: ripristina il significato urbanistico di un contesto che pone a contatto la città storica con il tessuto recente, le mura con gli spazi aperti circostanti. La riqualificazione si ottiene con interventi semplici, ma non di facile attuazione, in quanto si agisce in situazioni consolidate da abitudini di residenti. Si eliminano le superfetazioni lungo le mura e una serie di altri manufatti, con il conseguente recupero di spazi verdi alla fruizione pubblica e con la riconquista della veduta delle mura stesse. In questo modo si realizza la connessione fra le aree pubbliche della città storica con quelle esterne e si ricostruisce il rapporto fra mura e aree libere circostanti. Si trasforma un retro della città storica in un rinnovato fronte che introduce alla città di antico regime. Si realizza un nuovo ingresso pedonale al centro urbano e si ricostruisce il rapporto fra mura e aree libere circostanti tramite un nuovo sistema di percorsi pedonali, piazze e spazi a verde, nuove pavimentazioni, parcheggi. La sostituzione dell’edificio ex SIP migliora la possibilità dei movimenti e arricchisce l’area di funzioni: residenze, uffici e negozi a piano terra. Il largo dei Vetrai è sistemato come una vera e propria piazza in modo da accogliere l’ampliamento del mercato. I bagni pubblici vengono demoliti e sostituiti con un nuovo punto di attrazione e di animazione della vita sociale della piazza.